giovedì 29 maggio 2014

[Trail] - Cornizzolo Winter Trail

Il godimento nel correre in salita (ed in discesa) è giunto piuttosto presto. All' inizio di Agosto 2013, dopo soli 3 mesi e mezzo di attività, mi era già chiarissimo che la salita era il tipo di corsa che mi regalava le senzazioni migliori. Correre in salita ha una serie impareggiabile di vantaggi... si può produrre uno sforzo anaerobico senza per forza correre ad una velocità supersonica, arrivati in cima si può solitamente godere di un panorama inimmaginabile ai runner del fondo valle e, non ultimo, finita la salita ci sarà per forza una bella discesa su cui divertirsi un po'.

La piena consapevolezza di cosa volesse dire correre in salita è giunta qualche mese dopo. Precisamente a Dicembre, successivamente alla mia prima gara agonistica, la bellissima Valtellina Wine Trail di cui vi racconterò in un altro post. Senza addentrarmi troppo nei dettagli, quella gara trail corsa per il 95% su sterrati e mulattiere, mi ha aperto un mondo... ho sempre amato camminare per i boschi... e che c'è di meglio se non correre nei boschi?

Detto fatto a partire da Dicembre ho sfruttato tutti i sabato mattina per correre trail, esplorando quanto più possibile i tantissimi sentieri che corrono sulle  montagne che circondano casa mia. Con questa nuova rubrica vi racconterò i percorsi migliori, solitamente corsi in compagnia dei runners Enrico Bongiolatti e Francesco Bonomo; persone perfette per condividere questo tipo di sforzi!

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Cornizzolo Winter Trail 

Distanza: 23.5Km
Dislivello: 1266+
Durata: 4:05:45
Altitudine: 364slm --> 1231slm
Runners: Matteo Badessi (Il Falco delle Orobie) - Enrico Bongiolatti
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L'idea balenava nelle nostre teste già da qualche tempo, tanto più che ancora non ero stato a trovare l'amico Bongio ad Asso, sede della sua nuova abitazione. Si sa però, che organizzare una intera giornata di attività facendo collimare le rispettive esigenze lavorative non è affare semplice. Così iniziamo ad organizzarci a metà gennaio e riusciamo a fissare la data X per il 28 febbraio.

Salgo da Sesto San Giovanni verso Asso la sera prima e sono già parecchio esaltato. Finalmente darò un volto ai luoghi in cui abitualmente corre (ed abita) Enrico. La scelta del percorso e del giro da fare l'indomani è prerogativa del Bongio ma, da quel che ho capito, le possibilità sono due; o si esplora la zona nord-ovest di Asso (monte Palanzone) o la zona sud-est (monte Cornizzolo), con una leggera preferenza per il Cornizzolo visto che, essendo un poco più basso, non dovremmo rischiare di trovar neve.

La serata è molto piacevole, facciamo un bel giro in auto per esplorare la zona e confermiamo che l'indomani si andrà sul Cornizzolo che affronteremo dal lato del Segrino, seguendo quello che, a detta di molti, è il versante più difficile per arrivare alla croce posta in cima al monte.

Alle 10:15 del mattino, dopo un'abbondante colazione, siamo finalmente pronti per partire. Il tempo è buono, coperto (come da previsioni) ma senza precipitazioni. La temperatura è ottimale, intorno agli 8°. I primi 5Km di attività (in assoluto i più noiosi) ci occorrono per spostarci da Asso ad Eupilio. L'unico fatto "degno di nota" in questo primo tratto, è il  mezzo giro del Lago Segrino affrontato poco prima di iniziare la salita. Il Segrino è il posto dove Bongio va ad allenarsi la maggior parte delle volte, in questo senso ci tenevo a capire come fosse realmente questo piccolo ed allungato bacino.

Al Km 5,5, nell'appendice sud del lago in corrispondenza col piccolo centro abitato di Eupilio, inizia la salita. E che salita! Il primo km e mezzo si corre in paese, prima su asfalto con buone pendenze poi su un bellissimo sentiero di ciotoli. In un baleno ci portiamo da quota 380slm a 600slm e già possiamo godere di un panorama invidiabile  sulle 5 perle e su tutto il triangolo lariano.

I successivi 2Km che ci portano a quota 900slm, li corriamo su un bel sentiero in un bosco pieno di primule. Le pendenze sono buone (sempre sopra al 12%) il terreno è fantastico. Un sottobosco appena umido su cui si riesce a correre divertendosi e senza contraccolpi articolari.

Da questo punto cambia tutto. Tipo di sentiero, tipo di terreno, pendenze... è già il 4° cambio radicale in soli 9km di attività... e qui capisco che, anche se non ci si spinge troppo in alto per palesi limiti orografici, la zona del triangolo lariano merita di essere corsa per la gran varietà di situazioni in cui ci si può trovare. Dopo aver guadato un piccolo torrente la strada spiana ed il bosco cede il passo ai pascoli. I successivi due km saranno un lungo piano in quota caratterizzzato da un continuo alternarsi di sentiero monotrack su pascolo e sentiero monotrack in bosco. Due km in cui mi sono davvero divertito, godendo di un panorama che diventava sempre più ampio con l'aumentare del dislivello.

Nel frattempo, man mano che ci avviciniamo a quota 1000slm, le nuvole, che da Asso sembravano veramente lontane, sono ormai non più di 50m sopra le nostre teste. La natura si dirada piuttosto rapidamente e ci prepariamo ad affrontare un drittone su prato ad una pendenza fantastica, ben oltre il 15% di una rampa di garage. Vedere quella gobba verde alla fine del lungo piano appena descritto, è stato piuttosto emozionante. E' una di quelle salite che viste da sotto ti sembrano inaffrontabili e riviste da sopra ti danno un senso di vertigine misto ad orgoglio per essere riuscito ad arrivare fin lì. A metà del salitone, prima a timide ed isolate macchie bianche poi con una copertura sempre più fitta, fa la sua comparsa la neve.

Non so quanto la foto riesca ad evocare la pendenza. So che in questo momento stiamo scavalcando il guard rail (con questo pratone abbiamo tagliato 4km di strada asfaltata) che ci riporta sulla strada che da Canzo arriva fino al rifugio Cornizzolo. So anche che dopo quasi 12km di attività sono abbastanza stanco ma per lo più soddisfatto da quanto si è fatto fino ad ora.

Tutto il kilometro successivo seguiamo la strada per il rifugio Cornizzolo. Siamo di poco oltre i 1000m, nevischia e la natura in torno a me è sempre più rada. La cosa mi sorprende... alla fine le prealpi non sono le Alpi... per trovare da noi una natura così diradata di deve necessariamente salire sopra i 2000, qui il paesaggio è già lunare oltre i 1100slm. Svagandomi con questi pensieri arriviamo al rifugio CAI del Cornizzolo, 177m più in basso rispetto alla cima del monte. Siamo immersi in una nuvola ed il sentiero che porta alla croce è completamente innevato. Bene, penso subito, sarà fantastico salire in cresta con queste condizioni. Purtroppo non avevo fatto il conto con le scarpe. Per una ragione pratica son partito con le mie fedelissime Salomon XR Shift ai piedi. Scarpe stabili e confortevoli perfette sia per gli allenamenti sestesi sull'asfalto che per trail su sentieri misti meglio se asciutti. Assolutamente non adatte alla corsa su neve, men che meno in discesa. Ed infatti, man mano che saliamo tra la neve, mi maledico pensando alla successiva discesa per non aver portato con me le ottime XA Ultra2. Poco male... ormai stiamo salendo in cresta, manca poco alla croce e son stra felice.... alla discesa penseremo dopo.


Dal rifugio alla croce e ritorno è esattamente un kilometro. I primi 300m di ritorno, quelli in cresta su neve in discesa, sono i più spaventosi che abbia mai corso per il momento. Dalla cima la visuale è praticamente zero. guardando verso il basso, da entrambi i versanti, non si va oltre 3 metri. Quella è la distanza che separa la neve dalla nebbia. La sensazione è disturbante. Mi sento oggettivamente disorientato ed affronto la discesa col piglio di un vecchio senza bastone. Le scarpe non mi danno sicurezza e mi sembra di correre sulle uova. Bongio, che indossa le La Sportiva (tanto pessime su asfalto quanto ottime in queste condizioni), mi precede e mi attende pazientemente. Le mie difficoltà sono evidenti anche da questo particolare... in 1 anno di attività in compagnia di Bongio, quei 300 metri rimangono attualmente l'unico tratto di discesa in cui lui è stato davanti a me. Il Falco delle Orobie ha le ali decisamente tarpate.

Scesi dalla cresta e tornati sul pratone innevato, torno finalmente a divertirmi. Per un paio di kilometri il sentiero è pianeggiante e corre ad una quota di poco sopra i 1000m. Fino ad Alpe Alto corriamo su fondo innevato poi iniziamo la discesa che ci porterà di nuovo verso Asso. Il Km 16 è memorabile. La neve è ormai alle spalle e stiamo percorrendo il tratto che ci porterà verso Terz'Alpe. In 1000 metri perdiamo 221m di quota, tutti sviluppati nei primi 500m di sentiero nel bosco. Belli, bellissimi, ma da affrontare con una certa prudenza. E' l'ultimo pezzo veramente tecnico del percorso. Alla fine del bosco ci troviamo in corrispondenza con la fine della piccola vallata in cui ci siamo insinuati, con una curva ad U superiamo un torrente e da lì, lo stesso sentiero diventa una mulattiera molto ampia ed agevole che ci porterà in 4Km nuovamente a Canzo passando da Terz'Alpe, Second'Alpe, Prim'Alpe per concludere alle fonti Gajum.

Siamo al Km 20 di attività, siamo tornati alla civiltà. Gli ultimi 3,5Km sono per la gloria personale; la gloria di battere il proprio personal best come distanza percorsa in una singola attività. Un ultimo sguardo verso la cima che ci ha accolti con neve e nebbia e poi a casa, a scaricare endorfine e, finalmente, a riposare un po'!

Ma il pensiero corre subito avanti... il Cornizzolo lo DEVO rifare... con le scarpe giuste e senza neve.









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